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Nuova proposta di legge per il contrasto agli incendi boschivi

14 Nov 2023

Nell’ambito deli lavori parlamentari si segnala che è giunta all’esame della II Commissione Giustizia della Camera una proposta di legge recante «modifica degli articoli 423 e 423-bis del codice penale, in materia di incendio e di incendio boschivo».

La proposta di legge, d’iniziativa della deputata Tenerini, si basa sulla modifica degli articoli 423 e 423-bis del codice penale, in materia di incendio e di incendio boschivo e si innesta sulla recente modifica all’art. 423 bis del codice penale, apportata dalla legge n. 137/2023 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 105, recante disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonché in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione.

Ulteriormente alle modifiche al codice penale già apportate dalla citata legge n. 137/2023 (che è intervenuta soprattutto sulla modifica dell’art. 423 bis), la nuova proposta prevede anche la modifica dell’art. 423, con un inasprimento delle pene (reclusione da quattro a otto anni ) e l’introduzione della sanzione (multa da euro 30.000 a euro 150.000 per ogni ettaro di terreno incendiato). La nuova proposta prevede inoltre che il giudice, a garanzia del pagamento della multa, su richiesta del pubblico ministero o della parte civile, possa disporre il sequestro per equivalente dei beni del responsabile, nel massimo della multa applicabile. A seguito della condanna definitiva, nel caso di mancato pagamento della multa, il giudice dispone la confisca dei beni per il valore equivalente.

L’obiettivo della nuova proposta, a rafforzamento di quanto già previsto dalla recente legge n. 137/2023, è quello di contrastare il fenomeno degli incendi introducendo disposizioni che prevedono l’inasprimento delle pene già previste dal nostro codice penale a carico di chi cagioni dolosamente un incendio, anche boschivo. La nuova proposta, infatti, integra le previsioni già contenute della citata legge introducendo, a carico di coloro che sono stati condannati per reati legati agli incendi, l’applicazione di una sanzione pecuniaria in misura proporzionale alla quantità di ettari di vegetazione bruciati, oltre alla possibile confisca dei beni.

Sulla base del fatto che, negli ultimi anni, gli incendi in Italia sono diventati un fenomeno ricorrente nella stagione estiva, producendo devastazioni nella Penisola a causa delle esplosioni naturali, colpose e dolose, di seguito si elencano alcune considerazioni e dati sul fenomeno.

Nel 2023 le aree coinvolte hanno già superato i 44.000 ettari, di cui oltre 7.400 ettari di ecosistemi forestali.

Le foreste coinvolte risultano in gran parte appartenenti alla macchia mediterranea (62 per cento) e alle pinete (23 per cento). Il 95 per cento delle aree bruciate fino ad oggi si trova nel territorio delle regioni Sicilia e Calabria.

Negli ultimi quattordici anni sono andati in fumo 723.924 ettari, un’area grande quasi quanto l’intera regione Umbria.

Ad aggravare tale situazione interviene la crisi climatica, con il caldo torrido e l’emergenza siccità.

Volgendo lo sguardo agli anni passati, si ricorda che la stagione degli incendi boschivi del 2021 è stata la seconda peggiore nel territorio dell’Unione europea per quanto concerne l’estensione complessiva dell’area bruciata, dall’avvio della registrazione di tale fenomeno nel 2006: sono stati devastati dal fuoco 500.566 ettari, più del doppio della superficie del Lussemburgo e con un forte aumento rispetto ai 340.000 ettari registrati nel 2020.

Quasi un quinto delle aree incendiate (102.598 ettari) è situato all’interno di aree protette «Natura 2000», che costituiscono la riserva di biodiversità dell’Unione europea.

Secondo il rapporto annuale sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa, pubblicato dal centro comune di ricerca (Jrc) della Commissione europea, nel 2021 l’Italia risulta il Paese più colpito nell’Unione europea per estensione dell’area bruciata (151.964 ettari), seguita dalla Grecia (108.418 ettari), dalla Spagna (87.880 ettari) e dal Portogallo (28.360 ettari). Le regioni italiane più colpite nel 2021 sono state la Sicilia (59.872 ettari), la Calabria (28.481 ettari) e la Sardegna (25.805 ettari).

Si consideri, inoltre, che a fronteggiare un’emergenza che si ripete annualmente sono sempre i massicci interventi del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, degli equipaggi dei Canadair e degli elicotteri della flotta aerea dello Stato, coordinati dal Dipartimento della protezione civile. Gli incendi non causano soltanto un grave danno per la salute e la natura del Paese, ma comportano anche un costo elevato. Secondo Coldiretti, per gli interventi di spegnimento di un incendio, di bonifica dell’area danneggiata, di ricostruzione, di cura e di gestione del danno forestale e per le perdite legate al turismo verde, si stima un costo di 10 mila euro per ciascun ettaro di are devastata da incendio. A ciò si aggiunge l’ulteriore spesa per l’utilizzo dei mezzi aerei, in primo luogo i Canadair, che possono trasportare più di seimila litri d’acqua da riversare sulle aree interessate dall’incidente. La protezione civile italiana dispone di una flotta di quindici Canadair modello CL45, prodotti dalla società canadese Viking air, il cui costo totale per un’ora di volo è di circa 15.000 euro. Lievemente minore è la spesa per l’utilizzo degli otto elicotteri Erickson S64F, pari a circa 10.000 euro l’ora nel caso di incendio, secondo i dati aggiornati al 2021.

Purtroppo, la maggior parte degli incendi boschivi, come si è detto, è causata da comportamenti superficiali, negligenti o dolosi. Si tratta di roghi spesso di natura criminale, appiccati per fini speculativi o per sgarbi tra privati o rivendicazioni nei confronti della pubblica amministrazione.

Federforeste concorda sull’inasprimento delle pene e delle restrizioni conseguenti al reato di incendio boschivo. Gli incendi boschivi, infatti, costituiscono una criticità per un territorio come quello italiano, occupato per due terzi da boschi.

Rispetto ai danni diretti, valutabili in termini di perdita di risorsa legnosa, di biodiversità e di carbonio assorbito, oltre che di messa a rischio della sicurezza delle abitazioni e della vita di persone ed animali, l’elemento che maggiormente preoccupa è la natura dolosa di molti incendi rispetto alle ipotesi dovute ai cambiamenti climatici.

Secondo un recente report, basato sui dati satellitari di Effis (European Forest Fire Information System), in Italia, dall’inizio del 2023 al 27 luglio in Italia sono andati in fumo 51.386 ettari, l’equivalente di oltre 73.408 campi da calcio. Particolarmente rilevanti i dati che riguardano il periodo ristretto che va dal 25 al 27 luglio: in soli tre giorni sono bruciati 31.078 ettari di vegetazione. Spicca la percentuale di dolosità degli incendi. Nel 2022 infatti, sono stati 5.207 i reati accertati per incendi dolosi, colposi e generici. Calabria e Sicilia sono le regioni più colpite dalle azioni incendiarie, rispettivamente con 611 e 544 reati contestati. Segue il Lazio con 479, la Toscana con 441 e la Lombardia, che dal decimo posto passa al quinto con 415 roghi dolosi.

Se si guarda indietro agli anni dal 2018 al 2022, in Sicilia sono stati 2.938 i reati accertati per incendi dolosi, colposi e generici, per un totale di 191.386 ettari di superficie (boschiva e non) andati in fumo. Palermo (677), Messina (605) e Catania (444) le città con più illeciti. In Calabria dal 2018 al 2022 sono stati 2.709 i reati accertati di questo tipo, 63.196,30 gli ettari di superficie boschiva e non percorsi dalle fiamme. Cosenza (1652), Catanzaro (454) e Crotone (412) le città più colpite.

Per contrastare il fenomeno, quindi, si ritiene che uno degli elementi da considerare sia senz’altro quello legato all’inasprimento delle pene, da unire ad una strategia di prevenzione da attuare su più livelli e in maniera continuativa, anche attraverso una gestione ed un rafforzamento delle attività investigative.

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