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Crediti di carbonio agroforestali: una proposta nel Disegno di legge per la valorizzazione delle zone montane

30 Giu 2022

Nell’ambito del Disegno di legge (Atto Camera 3628), presentato il 24 maggio u.s., dal titolo “Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane” è stata proposta, tra gli altri interventi, l’istituzione del “Registro dei crediti di carbonio e della sezione speciale crediti di carbonio forestali”.
Il disegno di legge, attualmente in Esame di Commissione, è finalizzato, infatti, a definire, in modo organico e sistematico, le politiche pubbliche destinate ai territori montani e, al contempo, a raccogliere in un testo unitario le varie misure di sostegno alle zone montane.

Con particolare riguardo alle disposizioni previste all’art. 17 del Disegno di legge si segnala come queste mirano a poter finalmente superare i problemi che attualmente limitano la valorizzazione economica degli assorbimenti di carbonio prodotti dal settore agroforestale nell’ambito dei mercati volontari del carbonio.
L’istituzione di un apposito registro, infatti, permetterebbe di superare l’annoso problema della “doppia contabilizzazione” dei crediti di carbonio che limita gli scambi dei crediti prodotti dalle imprese agroforestale nell’ambito del mercato volontario quando gli stessi assorbimenti sono già stati contabilizzati da ISPRA nell’”Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio”, documento redatto ai fini della dimostrazione del raggiungimento degli obiettivi sanciti dai negoziati internazionali sul clima.
L’art. 17 del disegno di legge, infatti, sottolinea come al fine di mantenere ed estendere la capacità di assorbimento del carbonio atmosferico, rilevata dal citato “Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio” (ISPRA) anche per l’anno 2021, sia necessario istituire, presso il CREA, un Registro dei crediti di carbonio generati da progetti forestali realizzati nel territorio nazionale e impiegabili su base volontaria per compensare le emissioni in atmosfera.
Il CREA sarebbe, dunque, l’organo deputato ad ammettere all’iscrizione nel Registro dei crediti di carbonio i crediti di carbonio generati e certificati su richiesta dei soggetti proprietari ovvero gestori di superfici forestali, come definite ai sensi degli articoli 3, comma 3, e 4 del testo unico in materia di foreste e filiere forestali, di cui al decreto legislativo 3 aprile 2018, n. 34, che realizzano interventi e attività di afforestazione, riforestazione e gestione forestale sostenibile, secondo i parametri per il settore relativo all’uso del suolo, ai cambiamenti di uso del suolo e alla silvicoltura (LULUCF), predisposti dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC).

Al comma 3 dello stesso articolo si legge anche che con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro della transizione ecologica e con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono adottate linee guida volte a individuare i criteri per la valutazione e l’ammissibilità dei progetti, nonché per la certificazione e il rilascio da parte del CREA dei crediti di carbonio generati, nel rispetto dei princìpi previsti dalle Linee guida IPCC e secondo i parametri del settore LULUCF.
Al comma 4, inoltre, si prevede, con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, l’istituzione presso il CREA della Sezione speciale crediti di carbonio forestali, con il compito di curare il controllo e la valutazione dei progetti forestali e di gestire e aggiornare il Registro dei crediti di carbonio.

E’ importante che si giunga al più presto ad una soluzione dei problemi che fino ad ora hanno ostacolato la valorizzazione economica degli assorbimenti di carbonio prodotti dalle imprese agroforestali. Si tratta, infatti, di mettere a punto, così come anche più volte sollecitato nei documenti di orientamento europei, misure di sostegno espressamente dedicate agli assorbimenti di carbonio, strettamente necessari al raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei di neutralità climatica. Come sottolineato anche nella strategia Farm to fork, infatti, lo sviluppo dei “carbon sink” dovrebbe essere assicurato sia attraverso il ricorso al sostegno pubblico (es. PAC) che mediante quello privato, ovvero attraverso gli scambi attuabili nell’ambito dei mercati volontari del carbonio. Questa seconda opzione, tuttavia, a fronte della presenza di numerosi standard sul mercato, necessità ancora di interventi di razionalizzazione e di validazione istituzionale per poter rappresentare una effettiva opportunità per le imprese agroforestali nazionali.

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