Non sarebbe più in vigore quanto previsto dalla legge nazionale sui tartufi e, pertanto, cadrebbe l’obbligo di etichettare con l’origine le trifole italiane apprezzate in tutto il mondo. A questa conclusione,sarebbe giunto il Tavolo della Filiera del tartufo che, analizzando il combinato delle norme di legge attualmente in vigore, ha verificato come quanto previsto dalla legge 752/1985 non sia in linea con il regolamento UE 1169/2011.
In verità l’applicazione di quanto previsto dalla legge 752/1985 ha sempre lasciato a desiderare, con la previsione che le regioni definissero le zone geografiche di raccolta ma, in aggiunta a questo, oggi verrebbe a mancare la base giuridica. Questo non solo mette a rischio la reputazione del prodotto nazionale e la trasparenza del mercato, ma crea oltretutto un sistema a due velocità, con il prodotto derivante dalle tartufaie coltivate che segue la norma di commercializzazione generale dell’ortofrutta e deve essere etichettato con l’origine ed il prodotto spontaneo che invece non è soggetto all’obbligo di etichettatura dell’origine previsto dall’ organizzazione comune di mercato dell’ortofrutta.
Un nuovo nodo delle carenze della legislazione comunitaria che deve assolutamente risolto con una richiesta specifica a Bruxelles, sulla scorta di quanto già intrapreso per i latticini e per la pasta, in modo da avere un sistema di etichettatura dell’origine adeguato per le trifole nazionali.
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