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Sfalci e potature: i chiarimenti dalle Regioni

7 Giu 2022

Si segnala l’importante risultato raggiunto da Coldiretti e dalla Consulta nazionale del Florovivaismo grazie ad un costante impegno al confronto avviato con la Regione Lombardia che ha consentito di fare chiarezza sulla possibilità di riutilizzare sfalci e potature come sottoprodotti prima di considerarli rifiuti.
La recente nota pubblicata dalla Regione è stata integrata da un riferimento specifico ai criteri ambientali minimi formulati per il servizio di manutenzione del verde pubblico e la fornitura dei prodotti per la cura del verde che impegnano le amministrazioni pubbliche a privilegiare, per la fertilizzazione del terreno, l’impiego di sostanze naturali (compost, letami, un mix di stallatico, stallatico in pellet, etc.) assicurando che i residui organici siano preferibilmente compostati in loco o cippati “in situ” e, ove tecnicamente possibile, utilizzati come pacciame nelle aree idonee per ridurre il fenomeno di evaporazione dal terreno.
In questi giorni, anche la Regione Marche ha pubblicato una nota di chiarimenti inviata alle Province nella quale sono precisate le modalità di impiego degli sfalci verdi come sottoprodotto.

Le note pubblicate dalle Regioni Lombardia e Marche danno seguito alle indicazioni fornite con la circolare del Ministero della transizione ecologica del 14 maggio 2021 che ha fornito alcune indicazioni utili in materia di sfalci e ramaglie dopo il recente “restyling” apportato al testo unico ambientale (dal d.lgs. n. 152/2006 al d.lgs. n. 116/2020).
La circolare fornisce alcuni chiarimenti specifici sui residui della manutenzione del verde e, in particolare, sul campo di applicazione dell’articolo 185, comma 1, lett. f) in materia di esclusioni dall’ambito dei rifiuti, sull’applicabilità delle disposizioni in materia di sottoprodotti e sugli adempimenti derivanti dalle attività di manutenzione del verde pubblico e privato.
Il d.lgs. n. 116/2020 di modifica del d.lgs. n. 152/2006 ha espunto dalla disposizione di cui alla lett. f) dell’art. 185 citato gli sfalci e le potature derivanti dalla manutenzione del verde pubblico dei comuni, mentre ha lasciato l’inciso ‘anche al di fuori del luogo di produzione ovvero con cessione a terzi’ circoscrivendo il regime dell’esclusione agli sfalci e alle potature correlati alle attività agricole , alla silvicoltura o utilizzati per la produzione di energia da tale biomassa, mediante processi o metodi che non danneggino l’ambiente né mettano in pericolo la salute umana.
Inoltre, il d.lgs. n. 116/2020 ha esteso la definizione di rifiuto urbano includendo nell’elenco di cui all’art. 183, comma 1, lett. b-ter anche i rifiuti della manutenzione del verde pubblico, come foglie, sfalci d’erba e potature di alberi, nonché i rifiuti derivanti dalla pulizia dei mercati.
La circolare precisa che l’ambito di esclusione dalla materia dei rifiuti riguarda esclusivamente quei rifiuti che derivano da buone pratiche agricole colturali e che sono costituiti da paglia e altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso, che siano riutilizzati in agricoltura o in silvicoltura o per la produzione di energia da biomassa, anche al di fuori del luogo di produzione ovvero con cessione a terzi. L’impiego di tali materiali deve sempre avvenire in processi che non arrecano danni all’ambiente o mettono in pericolo la salute umana.
Qualora non ricorrano tali condizioni, è sempre possibile qualificare il rifiuto come sottoprodotto, nel rispetto dei criteri fissati dall’art. 184 bis del d.lgs. n. 152/2006.
Di conseguenza, come chiaramente precisano le Regioni con le note ufficiali adottate, la possibilità di gestire i residui come sottoprodotti è consentita anche nelle attività di manutenzione del verde pubblico o privato.

Le interpretazioni fornite dalle Regioni sono in linea con la più recente normativa europea che, in conformità ai principi di economia circolare, intende incentivare la prevenzione quale momento prioritario nel modello gerarchico dei rifiuti. Si tratta, cioè, di considerare i vantaggi che da un modello di impresa sostenibile derivano all’ambiente anche attraverso l’impiego di sfalci e potature ottenuti dalla manutenzione del verde pubblico alla luce dei recenti criteri ambientali minimi che richiedono, inoltre, l’impiego di personale competente (c.d. manutentore del verde) specializzato nelle migliori tecniche colturali a tutela del verde, dell’ambiente e della salute delle persone.
Si auspica una capillare diffusione delle buone pratiche sostenute dalle regioni Lombardia e Marche per assicurare agli imprenditori di avvalersi degli strumenti di semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi per sviluppare la multifunzionalità nel rispetto dei principi della bioeconomia e dell’economia circolare.

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