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Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale

27 Set 2022

Il Ministero della Transizione Ecologica ha pubblicato, diffondendolo attraverso il proprio sito internet, il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale. Il documento prevede l’introduzione di limiti di temperatura negli ambienti, di ore giornaliere di accensione e di durata del periodo di riscaldamento, in funzione delle fasce climatiche in cui è suddiviso il territorio italiano. Previste anche misure comportamentali implementabili attraverso campagne di sensibilizzazione.

Il contenimento dei consumi nazionali di gas si rende necessario per ridurre i rischi connessi a una potenziale interruzione totale dei flussi dalla Russia durante il prossimo inverno, nonché per rispondere alle richieste europee in termini di riduzione dei consumi per il periodo 2022-2023. Le misure contenute nel documento integrano il piano di diversificazione già messo in atto dal Governo e servono transitoriamente a mantenere adeguati standard di sicurezza e preservare le riserve disponibili, in attesa che siano pienamente operativi i nuovi canali di importazione di gas (compreso il GNL).
Il documento prevede, tra l’altro, l’introduzione di limiti di temperatura negli ambienti, di ore giornaliere di accensione e di durata del periodo di riscaldamento, in funzione delle fasce climatiche in cui è suddiviso il territorio italiano, oltre a contenere un passaggio rispetto al necessario impulso da assicurare allo sviluppo del biometano, che presenta un potenziale di circa 2,5 miliardi di Smc al 2026 ma in progressivo aumento già dal 2022, nonché agli investimenti a favore della produzione e
dell’impiego di idrogeno.
Per quanto riguarda la riduzione dei consumi promossa regolamentando il funzionamento degli impianti di riscaldamento, questa sarà attuata entro il mese di settembre 2022 modificando la vigente regolamentazione della temperatura e dell’orario di accensione invernale attraverso un decreto del Ministro della Transizione Ecologica” che disporrà che:
1) i valori indicati all’articolo 3, comma 1, del DPR n.74/2013 sono ridotti di 1°C:
a) 17°C +/- 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili;
b) 19°C +/- 2°C di tolleranza per tutti gli altri edifici;
2) I limiti di esercizio degli impianti termici, rispetto a quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 4 del DPR n.74/2013, sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione:
a) Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo;
b) Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo;
c) Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo;
d) Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile;
e) Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile;
f) Zona F: nessuna limitazione.
Sono fatte salve le utenze sensibili (es. ospedali, case di ricovero ecc.) di cui al DPR n.74/2013”.
Il Piano prevede inoltre misure comportamentali a costo zero, “implementabili attraverso una campagna di sensibilizzazione, con il supporto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di ENEA, al fine di suggerire una serie di comportamenti virtuosi che potranno contribuire, anch’essi, a limitare il consumo di energia con riduzione dei costi di bolletta degli utenti e impatti positivi anche sull’ambiente.
L’obiettivo è promuovere comportamenti consapevoli e intelligenti nel consumo di gas e di energia elettrica, che incidano non solo sul contenimento della domanda di gas e sugli stessi costi in bolletta degli utenti ma anche sulle politiche di decarbonizzazione. Tra i comportamenti da promuovere quelli della riduzione della temperatura e della durata delle docce, l’utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo, l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione e la riduzione del tempo di accensione del forno, l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico, il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione, lo spegnimento o l’inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza, non lasciare in stand by TV, decoder, DVD, la riduzione delle ore di accensione delle lampadine”.
Ulteriori risparmi, si legge nel documento, possono conseguirsi con misure comportamentali che richiedono investimenti anche piccoli da parte degli utenti, ad esempio con la sostituzione di elettrodomestici a più elevato consumo con quelli più efficienti, sostituzione di climatizzatori con quelli più efficienti, installazione di nuove pompe di calore elettriche in sostituzione delle vecchie caldaie a gas, installazione di pannelli solari termici per produrre acqua calda, sostituzione lampadine tradizionali con quelle a led. Enea ha calcolato un risparmio di circa 1 miliardo di Smc. Tali misure ricadono già in buona parte in regime assistito (detrazioni fiscali, conto termico…), ma richiedono un certo periodo di tempo per la determinazione degli effetti ai fini della riduzione della domanda”.

Per contrastare il caro bollette e proseguire il percorso di decarbonizzazione, il ruolo delle energie rinnovabili “sostenibili” è sempre più strategico. In questo campo il settore agroforestale può giocare un ruolo importante, anche nell’ambito della produzione di biocombustibili e biocarburanti ottenuti dalla valorizzazione degli scarti agro-zootecnici. Il Piano del MITE, infatti, cita opportunamente il biometano, rispetto al quale le imprese agricole sono in attesa del completamento del sistema incentivante.
Sostenere lo sviluppo del biometano nazionale, ottenuto massimizzando il recupero energetico dei residui organici, tra l’altro, è proprio l’obiettivo del nuovo decreto biometano 2022, il provvedimento che disciplina l’assegnazione di 1,7 miliardi di euro al settore. L’atteso decreto, figlio del Piano nazionale di Ripresa e resilienza (PNRR), è stato firmato pochi giorni or sono dal Ministro della Transizione Ecologica ed è stato inviato alla Corte dei conti per le consuete operazioni di registrazione.
Il nuovo decreto biometano 2022 prevede diverse linee d’azione. Da un lato supporterà la riconversione e l’efficientamento degli impianti biogas agricoli esistenti verso la produzione totale o parziale di biometano, destinando quest’ultimo sia nel settore del riscaldamento e raffrescamento industriale e residenziale, sia ai settori terziario e dei trasporti. Dall’altro incentiverà la costruzione di nuove centrali per la produzione di biometano. Il testo prevede anche un contributo in conto capitale del 40% sulle spese ammissibili dell’investimento sostenuto per i nuovi impianti e nel contempo cercherà di migliorare l’efficienza, in termini di utilizzo di calore e riduzione delle emissioni di impianti agricoli di piccola scala esistenti, per i quali non è possibile accedere alle misure di riconversione. Il nuovo decreto biometano 2022 fornirà incentivi alla produzione con tariffe differenziate sulla base dei costi degli impianti. I sussidi saranno assegnati in base a contingenti di potenza annui, tramite aste pubbliche al ribasso. Le gare si svolgeranno dalla fine del 2022 al 2024, fino all’esaurimento dei fondi stanziati dal Piano.

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