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Lup:i al via l’abbattimento selettivo

27 Gen 2017
 Dopo 46 anni di protezione le proteste provenienti dai territori hanno spinto Stato e Regioni a dare l’ok per l’abbattimento selettivo dei lupi.  La conferenza ha dato il ‘via libera’ per la caccia che porterà all’abbattimento massimo del 5% degli esemplari presenti nelle zone interessate.
Il prossimo 2 febbraio il ‘Piano per la conservazione del lupo 

sarà votato dal Ministro per l’Ambiente e dai rappresentanti delle Regioni. Il Piano prevede l’installazione di recinti elettrificati e procedure più rapide per i rimborsi agli allevatori nonchè anche misure per evitare incroci tra cani e lupi. La misura che più fa discutere è quella che prevede l’abbattimento selettivo dei lupi fino al massimo del 5% degli esemplari presenti. Un provvedimento che, secondo il Ministro per l’Ambiente Luca Galletti, “non mette a rischio la presenza del lupi in Italia”. “Se non facciamo questo – ha aggiunto – il bracconaggio diventerà lo strumento di tutela per gli agricoltori. E allora la sopravvivenza del lupo sarà a rischio”.

Alimentano uno stato d’animo vicino all’esasperazione, oltre ai danni diretti per la perdita di capi che gli allevatori subiscono, anche quelli indotti, come la diminuzione di latte prodotto dal bestiame impaurito in seguito alle incursioni con la conseguente difficoltà a mantenere gli sbocchi commerciali e la presenza sul mercato. 
Le richieste di Coldiretti e Federforeste sono state, una volta definitivamente approvato il Piano, concentrate sulla necessità di individuare chiaramente le figure con le responsabilità attuative.   Allo stesso tempo si è messo in evidenza come siano importanti risorse finanziarie complementari per sostenere interventi di prevenzione in grado di limitare eventuali azioni di predazione su bestiame domestico e ridurre la conflittualità tra presenza dei lupi e le attività legate alla pastorizia. Per i risarcimenti, è necessario poi superare il regime di de minimis che impone un limite massimo di erogazioni per ciascuna azienda di 15.000 euro in tre anni.  nfine, occorre promuovere misure di sostegno agli investimenti delle imprese zootecniche che sono costrette a modificare l’organizzazione del proprio ciclo produttivo per limitare il rischio di attacchi al bestiame; la misura dovrà essere accompagnata da un sostegno al reddito per compensare la perdita di produzione nel periodo necessario ad attivare i nuovi investimenti strutturali.
 

 

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