logo federforeste menu
News »

Le procedure d’infrazione dell’Italia in materia ambientale

8 Nov 2022

La maggior parte delle procedure di infrazione avviate nei confronti dell’Italia riguarda il settore ambientale, seguito da quello dei trasporti e della mobilità, industria e mercato, tassazione, energia e affari interni. L’ambiente rappresenta la principale causa di infrazione, a dimostrazione del fatto che gli Stati membri, nonostante l’obbligo di adeguarsi agli obiettivi posti dall’Unione europea, manifestino più di qualche difficoltà nel dare attuazione alle direttive europee negli ordinamenti interni.

La Commissione europea ha competenza esclusiva nel verificare il rispetto delle norme UE da parte degli Stati membri.

Con particolare riguardo all’Italia, le procedure di infrazione in materia di ambiente coinvolgono specialmente il settore dei rifiuti, delle acque reflue, dell’aria, delle emissioni. Nel settore idrico, l’Italia è assoggettata a quattro procedimenti di infrazione per il mancato o non adeguato rispetto della Direttiva 91/271 sul trattamento delle acque reflue urbane. Oggetto di contestazione è, in particolare, la mancata previsione di un sistema infrastrutturale sufficiente ad assicurare a tutti gli agglomerati le necessarie reti fognarie per le acque reflue e adeguati impianti di depurazione. In materia di rifiuti, le procedure di infrazione riguardano le discariche abusive dovute ad una insufficiente o incompleta applicazione della normativa, che ha lasciato sul territorio danni ambientali e siti da bonificare. Altra questione di particolare importanza riguarda la gestione dell’emergenza rifiuti in Campania. La procedura si è conclusa con sentenza di condanna pecuniaria, per la violazione della Direttiva 2006/12 in ragione della perdurante assenza di una rete di gestione integrata di rifiuti nella Regione. Altre procedure di infrazione riguardano la qualità dell’aria, la protezione della natura, l’inquinamento acustico, la responsabilità ambientale e il settore dell’energia.

Per effetto della mancata o errata attuazione delle direttive europee nell’ordinamento nazionale, l’Italia è attualmente condannata al pagamento di sanzioni pecuniarie pari a euro 257.800.000 nel settore delle discariche abusive, a euro 281.840.000 per quanto riguarda la gestione dei rifiuti in Campania, ad euro 142.911.809 nell’ambito delle acque reflue. La gravità della situazione impone di rivedere i tempi e le procedure previsti per il recepimento delle direttive nella legislazione nazionale assicurando un’accelerazione del processo diretto alla chiusura del ciclo dei rifiuti, realizzando impianti per favorire la raccolta differenziata e del riciclo dei rifiuti, riducendo, altresì, i rifiuti e gli imballaggi all’origine

ARTICOLI CORRELATI