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Clima: approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNAAC).

7 Feb 2024

Attraverso il decreto n. 434 del 21 dicembre 2023, il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica ha approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNAAC).
Il Piano si prefigge, come obiettivo generale, quello di fornire un quadro di indirizzo nazionale per l’implementazione di azioni finalizzate a ridurre al minimo i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, migliorare la capacità di adattamento dei sistemi naturali, sociali ed economici nonché trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche.
In termini di misure e azioni, il PNACC fa seguito al primo intervento nazionale di pianificazione strategica in materia di adattamento ai cambiamenti climatici, rappresentato dalla Strategia Nazionale di Adattamento Climatico (SNAC) del 2015, con la finalità di contribuire all’attuazione dell’obiettivo indicato dalla Strategia Europea di adattamento del 2021 che mira a realizzare la trasformazione dell’Europa in un’Unione resiliente ai cambiamenti climatici entro il 2050.

Il Piano intendere rispondere, da un lato, all’urgenza di dare risposta alle criticità climatiche e ai relativi impatti già riscontrati in Italia e, dall’altro lato, alla necessità di realizzare compiutamente la prima e necessaria “azione di sistema” dell’adattamento che è rappresentata dalla creazione di un sistema di governance in grado di dare attuazione alle azioni di adattamento nei diversi settori attraverso la definizione di ruoli, responsabilità e priorità, definendo fonti e strumenti di finanziamento per l’accesso a soluzioni praticabili, individuando gli ostacoli all’adattamento di carattere normativo, regolamentare e procedurale da mitigare e, laddove possibile, rimuovere.
OBIETTIVI DEL PNACC:
1. Definire una governance nazionale per l’adattamento, esplicitando le esigenze di coordinamento tra i diversi livelli di governo del territorio e i diversi settori di intervento.
2. Migliorare e mettere a sistema il quadro delle conoscenze sugli impatti dei cambiamenti climatici sugli impatti dei cambiamenti climatici, sulla vulnerabilità e sui rischi in Italia.
3. Definire le modalità di inclusione dei principi, delle azioni e delle misure di adattamento ai cambiamenti climatici nei Piani e Programmi nazionali, regionali e locali per i settori d’azione individuati nel PNACC, valorizzando le sinergie con gli altri Piani nazionali.
4. Definire modalità e strumenti settoriali e intersettoriali di attuazione delle azioni del PNACC ai diversi livelli di governo.
La struttura del Piano è caratterizzata dai seguenti capitoli: quadro giuridico di riferimento; quadro climatico nazionale; impatti dei cambiamenti climatici in Italia e vulnerabilità settoriali; Misure e azioni di adattamento; Governance dell’adattamento. Gli impatti dei cambiamenti climatici in Italia e le vulnerabilità vengono trattate attraverso una suddivisione tra i seguenti temi/settori: Criosfera e montagna; Risorse idriche; Desertificazione e degrado del territorio; Dissesto geologico, idrologico e idraulico; Biodiversità, ecosistemi e servizi ecosistemici terrestri, marini e -acque interne e di transizione; Salute; Foreste; Agricoltura e produzione alimentare; Pesca marittima; Acquacoltura; Energia; Zone costiere; Turismo; Insediamenti urbani; Patrimonio culturale; Trasporti e infrastrutture; Industrie e infrastrutture pericolose.
In termini metodologici, per rispondere alle esigenze di coordinamento tra i diversi livelli di governo del territorio e i diversi settori di intervento, il PNAAC pone le basi per una azione di breve e di lungo termine, articolata su due livelli di intervento: uno “sistemico”, l’altro di “indirizzo”.
MISURE AD AZIONE SISTEMICA
Il PNACC mira alla costruzione di un contesto organizzativo incentrato sulla definizione di una struttura e dei criteri di governance e sullo sviluppo delle conoscenze. A tal fine sono delineate, in primo luogo, tre azioni di “rafforzamento amministrativo” e una di “rafforzamento delle competenze”.
Istituzione dell’“Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici” – azione 1L’azione è caratterizzata dalla definizione di una struttura di governance nazionale per l’adattamento, esplicitando le esigenze di coordinamento tra i diversi livelli di governo del territorio e i diversi settori di intervento. L’Osservatorio si configura come tavolo di coordinamento e confronto per l’aggiornamento nel tempo delle priorità di intervento e per la pianificazione e attuazione delle azioni di adattamento. La sua composizione sarà caratterizzata dai rappresentanti dei Ministeri competenti per ciascuno dei settori d’azione presi in considerazione nella SNAC, le Regioni e le Province autonome, il Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio, le Autorità di bacino distrettuali, altri Ministeri ed Enti. Compito dell’Osservatorio è quello di aggiornare nel tempo delle priorità di intervento e le azioni di adattamento individuate dal PNACC, programmare l’utilizzo le fonti di finanziamento, il cronoprogramma degli interventi, curare le attività di monitoraggio dello stato di avanzamento e dell’efficacia degli interventi individuati per perseguire le azioni del PNACC, attività di reporting e valutazione, approvare le proposte di interventi presentate dalle Regioni, dagli Enti Locali o altri Enti pubblici coerentemente con le proposte d’azione individuate nel PNACC.
Mainstreaming dell’adattamento nella pianificazione a tutti i livelli di governo del territorio – azione 2
Questa azione riguarda la definizione, per i settori d’azione individuati nel PNACC, delle modalità di inclusione dei principi, delle misure e delle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici nei Piani e Programmi nazionali, regionali e locali, compresi i Piani Paesaggistici, valorizzando le sinergie con gli altri Piani nazionali.
Direttive attuative – azione 3
La terza azione riguarda la definizione di modalità e strumenti settoriali e intersettoriali di attuazione delle misure del PNACC ai diversi livelli di governo Tale azione comprende la definizione delle possibili fonti di finanziamento, oltre che l’individuazione dei potenziali ostacoli all’adattamento di carattere normativo, regolamentare e procedurale.
È inoltre definita una azione di “rafforzamento delle competenze” (Sviluppo di un programma di ricerca – azione 4) caratterizzata dal miglioramento e la messa a sistema del quadro delle conoscenze sugli impatti dei cambiamenti climatici, sulle vulnerabilità e sui rischi in Italia Tale azione è basata sullo sviluppo di uno specifico programma di ricerca mirato a individuare i diversi impatti settoriali (avvenuti e potenziali), definendo modalità di analisi e valutazione dei rischi climatici prevedendo altresì approfondimenti su temi specifici come, ad esempio, la gestione sostenibile dell’acqua in ambito urbano, l’impatto dei cambiamenti climatici sui beni culturali, sulle infrastrutture, sul consumo di suolo.
Tramite le suddette azioni il Piano sarà integrato con:
– la definizione di obiettivi e target da raggiungere in diversi orizzonti temporali (breve, medio e lungo periodo) per la risoluzione delle criticità e delle vulnerabilità settoriali riscontrate;
– l’individuazione di criteri di priorizzazione, con l’indicazione, per le misure più urgenti, delle risorse finanziarie attivabili tra le fonti di finanziamento immediatamente disponibili, ciò anche considerando le misure d’intervento finalizzate al superamento degli eventi emergenziali, per i quali viene deliberato lo stato di emergenza nazionale ai sensi del Codice della protezione civile (D.lgs. 2 gennaio 2018, n.1) e, in particolare, il contributo dei Piani degli interventi dei Commissari delegati del Capo del Dipartimento della protezione civile.
L’insieme delle azioni sistemiche sopra descritte costituisce il presupposto fondamentale per dare attuazione, anche tramite l’Osservatorio, alle azioni di adattamento nei diversi settori attraverso la definizione di ruoli, responsabilità e priorità, definendo fonti di finanziamento per l’accesso a soluzioni praticabili, individuando gli ostacoli all’adattamento di carattere normativo, regolamentare e procedurale da mitigare e, laddove possibile, rimuovere.

FUNZIONE DI INDIRIZZO
Il PNACC fornisce un quadro organico di “possibili opzioni di adattamento” (Allegato IV – Database delle azioni) che troveranno applicazione nei diversi strumenti di pianificazione, a scala nazionale, regionale e locale, con le modalità che saranno individuate dall’Osservatorio. Il database delle azioni di adattamento riporta l’insieme delle azioni settoriali individuate dal gruppo multidisciplinare di esperti che ha collaborato alla elaborazione del documento di Piano del 2018, partendo dalle informazioni contenute nella Strategia nazionale di adattamento, dalle analisi sugli impatti attesi e sulla vulnerabilità delle risorse, dei processi ambientali e dei settori socio-economici selezionati, tenendo in considerazione la condizione climatica attuale e futura, così come la normativa di settore esistente e le buone pratiche.
È stato così individuato un insieme di 361 azioni settoriali di adattamento alle quali è stata applicata una metodologia di valutazione che ha portato all’attribuzione, ad ogni singola azione, di un giudizio di valore (basso, medio, medio-alto e alto) rispetto ad alcuni criteri selezionati nell’ambito della letteratura disponibile (efficienza, efficacia, effetti di secondo ordine, performance in presenza di incertezza, implementazione politica).
L’insieme delle azioni è consultabile tramite un database strutturato in modo tale da consentire molteplici chiavi di lettura delle informazioni disponibili, attraverso opportuni filtri che permettono di selezionare e raggruppare in vari modi i dati presenti. Le informazioni contenute nel database offrono, inoltre, un quadro di riferimento anche per la costruzione di pacchetti di azioni integrate tramite l’accorpamento di azioni che incidono su una stessa componente ambientale.

Federforeste ritiene della massima importanza l’avvio di urgenti interventi in materia di adattamento climatico. Il PNAAC, da lungo tempo atteso, è senz’altro da ritenersi uno strumento fondamentale per la necessaria programmazione di interventi resi particolarmente complessi dalla loro multidisciplinarietà e multi-territorialità e per la conseguente difficoltà di definire un adeguato sistema di governance, ma la sua efficacia rischia di restare limitata a causa dei ritardi accumulati e per la mancanza di dotazioni finanziarie specifiche.
Nel campo delle misure di indirizzo individuate, infatti, nonostante rispetto al totale delle 361 azioni inserite nel Database, ben 29 misure siano specifiche per l’agricoltura e 66 per le foreste, al momento attuale per queste (come per tutte le altre indicate nel Piano) non sono previste dotazioni finanziarie specifiche. Si consideri anche che la maggior parte delle misure individuate vengono definite come già oggetto di finanziamento con altri strumenti, come, ad esempio, avviene per la maggior parte delle misure agricole per le quali si fa riferimento alla PAC (Regolamenti UE n. 1305/2013 e n. 1307/2013).
Se da un lato non può non cogliersi uno sforzo per affrontare a livello metodologico e di governance un tema di enorme impatto sulle dinamiche sociali, ambientali ed economiche, come è quello dell’adattamento ai cambiamenti climatici in corso, è altrettanto evidente che, in termini di individuazione di interventi concreti, una siffatta pianificazione meriterebbe capitoli finanziari dedicati di ben più ampia portata



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