Il Ministero dell’Ambiente ha trasmesso a Bruxelles la Strategia nazionale di lungo periodo.
Il documento individua le azioni per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Sono le tre direttrici fondamentali della Strategia Nazionale di lungo periodo, che il Ministero dell’Ambiente ha trasmesso alla Commissione Europea: riduzione della domanda di energia, grazie soprattutto al calo della mobilità privata e dei consumi in ambito civile; decisa accelerazione delle rinnovabili e della produzione di idrogeno e potenziamento e miglioramento delle superfici verdi, per aumentare la capacità di assorbimento di CO2.
La strategia è stata elaborata nell’ambito degli impegni dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici che invita i Paesi firmatari a comunicare entro il 2020 le proprie “Strategie di sviluppo a basse emissioni di gas serra di lungo periodo” al 2050.
La Strategia nazionale di lungo termine individua i possibili percorsi per raggiungere, nel nostro Paese, al 2050, una condizione di “neutralità climatica”, nella quale le residue emissioni di gas a effetto serra sono compensate dagli assorbimenti di CO2. Un obiettivo in linea con quello indicato dalla Presidente della Commissione UE Commissione Ursula Von der Leyen, nella sua Comunicazione sul Green Deal europeo, ha tracciato una strategia di crescita verso “un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra”.
La strategia prende le mosse dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), che indica il percorso fino al 2030, “trascinando” fino al 2050 le conseguenti tendenze energetico-ambientali virtuose.
Nel documento, quindi, vengono quindi individuate le tipologie di leve attivabili per raggiungere al 2050 la neutralità climatica tra le quali spicca, in termini di interesse specifico del settore agroforestale, un cambio radicale nel mix energetico a favore delle rinnovabili (FER), coniugato ad una profonda elettrificazione degli usi finali e alla produzione di idrogeno, ma soprattutto un aumento degli assorbimenti garantiti dalle superfici forestali (compresi i suoli forestali) ottenuti attraverso la gestione sostenibile, il ripristino delle superfici degradate e interventi di rimboschimento.
Il Ministero dell’Ambiente, attraverso questa strategia, intende accompagnare un sostanziale cambio del “paradigma energetico italiano” che, inevitabilmente, passa per investimenti e scelte che incidono sulle tecnologie da applicare, sulle infrastrutture ma anche sugli stili di vita dei cittadini. E’ una trasformazione importante e radicale come quella prospettata dalla Strategia di lungo periodo che dovrà permeare tutte le politiche pubbliche, in un percorso di ampia condivisione. Primi passi in tal senso sono stati effettuati con la trasformazione del CIPE, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, in CIPESS, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile e con l’avvio del Green Deal.
Per chiudere il gap emissivo e arrivare alla neutralità climatica saranno necessarie scelte politiche a elevato impatto sociale ed economico, tecnologie ancora non pronte in parte perseguibili solo su base europea, nonché una condivisione a livello internazionale del processo di decarbonizzazione. Per tenere conto degli sviluppi su tutti questi fronti, ferme restando le tendenze di fondo individuate, la Strategia, elaborata in linea con il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) deve essere considerata uno strumento “dinamico”, da aggiornare e integrare, anche per tenere pienamente conto dei processi di revisione degli obbiettivi energetico-ambientali nazionali attualmente in corso a livello europeo, e delle scelte conseguenti che si faranno per un rilancio economico in chiave sostenibile con il Piano per la Ripresa e la Resilienza.
La Strategia Nazionale di lungo periodo è consultabile al seguente link: https://www.minambiente.it/sites/default/files/lts_gennaio_2021.pdf
Ad oggi, gli assorbimenti di carbonio prodotti dalle imprese agro-forestali non trovano il dovuto supporto. La loro valorizzazione, infatti, è preclusa sia a causa della mancanza di incentivi diretti sia dall’impossibilità di commercializzare i cosiddetti “crediti di carbonio” nei mercati volontari. Si attende da tempo, infatti, proprio dal Ministero dell’Ambiente, un pronunciamento sull’eleggibilità di tali titoli, per assorbimenti prodotti a livello nazionale, per il loro collocamento sui mercati volontari del carbonio, superando il problema della “doppia contabilizzazione” che impedisce la commercializzazione di crediti relativi ad assorbimenti di carbonio già contabilizzati da ISPRA nell’ambito della contabilità nazionale che fa riferimento agli obblighi di riduzione delle emissioni climalteranti dello Stato italiano.
Ulteriori sviluppi sono, tuttavia, attesi rispetto all’evoluzione della normativa annunciata nell’ambito della strategia europea “Dal produttore al consumatore, per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente ” che sembra prendere atto delle lacune attuali individuando “nuovo modello di business verde” nelle attività di sequestro del carbonio da parte di agricoltori e silvicoltori. Al punto 2.1 la strategia riconosce, infatti, che “Le pratiche agricole che eliminano la CO2 dall’atmosfera contribuiscono all’obiettivo della neutralità climatica e dovrebbero essere ricompensate attraverso la politica agricola comune (PAC) o altre iniziative pubbliche o private (mercato del carbonio ). Una nuova iniziativa dell’UE per il sequestro del carbonio nei suoli agrari (carbon farming) nell’ambito del patto per il clima promuoverà questo nuovo modello di business, con l’obiettivo di offrire agli agricoltori una nuova fonte di reddito e aiutare altri settori a decarbonizzare la filiera alimentare. Come annunciato nel piano d’azione per l’economia circolare (CEAP), la Commissione elaborerà un quadro normativo per la certificazione degli assorbimenti di carbonio basato su una contabilizzazione del carbonio solida e trasparente al fine di monitorare e verificare l’autenticità degli assorbimenti .
Nelle note della stesa strategia si legge, inoltre, che “Norme rigorose per la certificazione degli assorbimenti di carbonio nel settore agricolo e forestale sono il primo passo verso pagamenti a favore degli agricoltori e dei silvicoltori per il sequestro del carbonio da essi garantito. Gli Stati membri potrebbero utilizzare tali norme per concepire pagamenti della PAC basati sul carbonio sequestrato; inoltre anche le imprese private potrebbero essere interessate ad acquistare tali certificati per sostenere l’azione per il clima, fornendo così agli agricoltori e ai silvicoltori un ulteriore incentivo (oltre ai pagamenti della PAC) al sequestro del carbonio.”
Ci auguriamo che il Ministero dell’Ambiente, nell’attuazione delle diverse strategie climatiche ed ambientali , tenga in debito conto le aspettative del settore agro-forestale in merito alla valorizzazione degli assorbimenti prodotti. Un deciso impulso agli assorbimenti di carbonio, infatti, costituisce un elemento imprescindibile per il raggiungimento della “neutralità” climatica.
Si rende noto che la Regione Marche ha pubblicato un bando per la costituzione di forme di associaz...
A decorrere dal 1° ottobre 2024, sono tenuti al possesso della patente a punti le imprese e i...
Nel corso dell’esame dei disegni di legge sulla promozione del sistema montagna, si dà conto del...
Fino ad oggi alla specie Lupo è stato accordato dalla Convenzione di Berna(1979) e dalla Direttiva...