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Approvazione Piano per la Transizione Ecologica

22 Giu 2022

Nella Gazzetta Ufficiale del 15 giugno scorso è stato pubblicato in via definitiva il Piano per la transizione ecologica (Pte), approvato dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite) con delibera n. 1 dell’8 marzo 2022.

Si ricorda che il Pte, già oggetto di consultazione pubblica lo scorso autunno, persegue nello specifico lo scopo di offrire un inquadramento generale sulla strategia per la transizione ecologica italiana, definendo il perimetro anche per gli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Si tratta di un nuovo strumento di programmazione nazionale che è stato concepito con l’istituzione dello stesso Ministero della Transizione ecologica (Mite) e del Comitato interministeriale della transizione ecologica, avvenuta con il Decreto Legge 1° marzo 2021 n. 22 (Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri), convertito con modificazioni dalla Legge 22 aprile 2021, n. 55.

Con gli interventi delineati nelle 175 pagine del documento (consultabile alla pagina istituzionale del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei ministri tramite il link inserito in fondo alla Delibera), si vuole perseguire un “futuro sostenibile”, trasformando l’Italia in un “campione mondiale della transizione ecologica”.

Frutto del lavoro del Cite, coordinato dal Mite, questa prima versione del Piano dovrebbe essere oggetto di periodici aggiustamenti “in base alla maturazione di nuove tecnologie che si affiancheranno a quelle attuali per realizzare obiettivi così ambiziosi, e di politiche economiche e sociali che accompagneranno tale transizione in modo da assicurare giustizia, benessere e lavoro”.

Il Pte dovrà coordinare le seguenti politiche:

a)            riduzione delle emissioni di gas climalteranti;

b)            mobilità sostenibile;

c)             contrasto al dissesto idrogeologico e al consumo del suolo;

d)            risorse idriche e relative infrastrutture;

e)            qualità dell’aria;

f)             economia circolare.

Nelle premesse, il Pte evidenzia l’intento di perseguire un approccio sistemico, orientato alla decarbonizzazione ma anche caratterizzato da una visione olistica e integrata, che include la conservazione della biodiversità e la preservazione dei servizi ecosistemici, integrando la salute e l’economia e perseguendo la qualità della vita e l’equità sociale.

ll Pte richiama il Green deal europeo e tutti i suoi diversi macro-obiettivi, così come anche l’Agenda 2030 delle Nazioni unite. 

Nell’idea del Ministro Cingolani, il Pte può funzionare come un “Piano dei piani”, una specie di grande contenitore trasversale in cui possano confluire i vari strumenti di programmazione.

Ogni anno, entro il 31 maggio, il Mite dovrà trasmettere alle Camere una relazione annuale sullo stato di attuazione del Pte, dando conto delle azioni, delle misure e delle fonti di finanziamento adottate. La relazione dovrà essere preparata anche con il supporto del Ctc (Comitato tecnico di supporto del Cite) e di gruppi di lavoro (saranno otto e verranno definiti con atto del Mite).

Nell’approvare il Piano è stato anche stabilito di creare un gruppo interministeriale sui sussidi ambientalmente dannosi (Sad).

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