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Al via la stagione di raccolta del tartufo

26 Set 2018

Al via la raccolta del pregiato tartufo Bianco d’Alba che si preannuncia eccellente dopo una estate in cui è caduto il 56% in più di pioggia. Le condizioni climatiche dell’estate fanno infatti sperare in una raccolta da record per il Tuber magnatum Pico che si sviluppa in terreni freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione. Archiviata la disastrosa scorsa annata segnata dalla siccità, le stime positive poggiano oggi sulla neve invernale e su una estate molto umida che dovrebbe consentire anche quotazioni più abbordabili rispetto al 2017 quanto è stato raggiunto il massimo storico di 6000 euro al chilo per pezzature medie attorno ai 20 grammi al borsino del tartufo di Alba, punto di riferimento a livello nazionale.

Dal Piemonte alle Marche, dalla Toscana all’Umbria, dall’Abruzzo al Molise, ma anche nel Lazio e in Calabria

 sono numerosi i territori battuti dai ricercatori. Il frutto più prezioso dell’autunno è da questi giorni il protagonista di mostre, sagre e manifestazioni che stanno entrando nel vivo in tutta Italia e che rappresentano una ottima occasione per acquistare o assaggiarlo nelle migliori condizioni e ai prezzi più convenienti. Si stima che siano coinvolti complessivamente circa duecentomila raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti ed alimentano un business che comprensivo di indotto sviluppa un valore stimato in circa mezzo miliardo di euro tra fresco, conservato o trasformato anche grazie alla grande capacità di attrazione turistica ed enogastronomica.

Tra le novità di quest’anno la conferma da parte della Direzione Generale Agricoltura dell’Unione Europa che funghi e tartufi spontanei raccolti in natura, devono essere obbligatoriamente etichettati con il luogo di raccolta. Una misura importante per evitare che prodotti stranieri vengano spacciati per italiani come purtroppo spesso è avvenuto fino ad ora. Finalmente sarà possibile sapere se i pregiati frutti del bosco sono stati raccolti nella Penisola o se sono arrivati in Italia da Paesi lontani con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare. Coldiretti rende nota anche una recente risoluzione dell’Agenzia delle Entrate che prevede l’aliquota IVA agevolata al 10% per il prodotto fresco, oppure refrigerato ed anche per il tartufo sterilizzato e per quello in olio d’oliva; aliquota IVA ordinaria, invece, per il tartufo congelato.

La ricerca dei tartufi praticata già dai Sumeri svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici. 

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