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Adozione del nuovo regolamento UE sul contrasto alle pratiche deforestative

30 Mag 2023

E’ stato approvato dall’UE un nuovo regolamento sul contrasto alle pratiche deforestative, al momento ancora non pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Il Regolamento è destinato a sostituire il c.d. “Regolamento Legno” vigente dal 2013 (Reg. UE 995/2010) e dovrebbe entrare in vigore tra maggio e giugno di quest’anno. Le aziende dovranno fornire precise garanzie che confermino la provenienza del prodotto non riconducibile a terreni disboscati o la cui produzione non abbia causato degrado forestale. Sono introdotte quindi nuove regole, per bestiame e prodotti derivanti da allevamenti animali e poi ancora cacao, caffè, soia, legno, olio di palma (una serie di derivati), gomma, carbone e carta stampata sono coperti dalla normativa – questi ultimi quattro aggiunti dagli eurodeputati durante i negoziati. Requisiti aggiuntivi, in linea con la nuova politica a tutela di ambiente e biodiversità, sono il rispetto dei diritti delle popolazioni indigene e dei diritti umani in conformità con la legislazione esistente nel Paese di produzione. Il Parlamento ha inoltre ottenuto una definizione più ampia di degrado forestale che include la conversione di foreste primarie o foreste che si rigenerano naturalmente in foreste di piantagioni o in altri terreni boschivi.

L’obiettivo è combattere il cambiamento climatico ripensando totalmente, almeno nelle intenzioni, tutto il sistema di produzione a tutela della biodiversità. Il regolamento fa parte di una serie di iniziative necessarie a concretizzare gli obiettivi del Green Deal europeo. La nuova legge obbliga le aziende a garantire che i prodotti venduti nell’UE non abbiano portato alla deforestazione e al degrado forestale: tra il 1990 e il 2020 è stata persa un’area più grande della stessa UE.
L’adozione del Regolamento in oggetto sta suscitando molta attenzione in Vietnam in quanto si prefigge di arrestare il commercio nel mercato UE di prodotti che siano il frutto di pratiche assimilabili alla deforestazione. A tal fine, si prevedono obblighi di certificazione e tracciabilità e viene istituito un sistema di “benchmarking”, che assegna determinati obiettivi a ciascun Paese a seconda del rischio di deforestazione correlato.

Il campo di applicazione va ben oltre il legname e si estende a una serie di filiere agricole di grande importanza per l’export vietnamita: olio di palma, soia, bestiame, gomma e derivati, cacao, caffè. Il Regolamento prevede che gli operatori si adeguino alla nuova normativa entro dicembre 2024 (giugno 2025 per le PMI). L’impatto principale è atteso sulle filiere agricole, poiché’ per quanto riguarda il legname il Vietnam aderisce dal 2018 agli standard FLEGT (Forest Law Enforcement, Governance and Trade) e le sue esportazioni provengono prevalentemente da aree boschive artificiali. Si evidenzia la necessità, per gli importatori italiani dei prodotti agricoli citati, di approfondire per tempo le implicazioni del nuovo regolamento e accertarsi, sempre per tempo, che i loro fornitori vietnamiti abbiano messo in atto le nuove procedure di accertamento e tracciabilità richieste.

L’Italia importa significativi volumi di caffè e gomma naturale dal Vietnam. Nel 2022, il solo caffè ha rappresentato la terza voce dell’import italiano dal Vietnam (295,6 mln USD, con un aumento del 31,4 per cento rispetto al 2021).
Le importazioni cumulate di gomma e prodotti derivati, pur in calo rispetto al 2021, hanno superato i 39 mln USD nel 2022. La gomma è un componente diffuso nell’industria tessile e calzaturiera, di cui il Vietnam è un hub manifatturiero. Diverse aziende italiane hanno terziarizzato parte della loro produzione nel Paese, mentre altre hanno qui insediato un proprio stabilimento. In termini aggregati, le nostre importazioni dal Vietnam di calzature, prodotti e materiali tessili hanno superato gli 812 mln USD nel 2022 (circa il 20 per cento del totale dell’import italiano dal Vietnam, che – si ricorda – è il primo partner commerciale italiano in ASEAN).
Sia caffè che gomma non sono evidentemente sostituibili con produzioni nazionali. Le nostre importazioni di tali prodotti dal Vietnam contribuiscono in misura importante a catene del valore assai rilevanti per la nostra economia (si pensi al caffè espresso o alla moda). Un’interruzione delle nostre importazioni per ritardi nell’adeguamento alla nuova normativa avrebbe conseguenze significative sui settori italiani coinvolti. L’Italia importa anche altri prodotti vietnamiti interessati dalla nuova normativa europea, come pepe e frutta secca (anacardi), che sono tuttavia destinati al consumo, senza impatto su altri settori della nostra economia.
L’Ambasciata e le altre presenze del sistema paese continueranno a monitorare gli sviluppi del nuovo regolamento UE e a sensibilizzare gli ambienti imprenditoriali interessati in loco.
Per quanto concerne i controlli, le autorità competenti dell’UE avranno accesso alle informazioni relative alla produzione fornite dalle aziende. Anche se resta il dubbio sui controlli, o quanto meno sulla possibilità di fornire dati non veritieri, appare efficace l’utilizzo delle coordinate di geolocalizzazione con cui effettuare i controlli con l’ausilio di strumenti di monitoraggio satellitare e analisi del DNA per verificare la provenienza dei prodotti.
Il regolamento prevede una classificazione sul rischio, per i singoli Paesi, da cui la Commissione europea partirà proprio per effettuare i controlli: basso, standard e alto rischio. I diversi livelli dipenderanno dal risultato di controlli preliminari da fare entro diciotto mesi dall’entrata in vigore del regolamento. Minore sarà il rischio, nel livello di classificazione, più veloci e semplificate saranno le procedure di due diligence.
Sono previste multe per chi non rispetta le regole: fino al 4% del fatturato dell’azienda, del professionista o dei diversi operatori, nell’intera UE.

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