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Abbattimento di due lupi in Trentino Alto-Adige: il Presidente della Provincia autonoma autorizza con decreto la rimozione di due esemplari di Canis Lupus.

2 Ago 2023

Giovedì 24 luglio scorso è stato emanato il decreto n. 41 con cui il Presidente, Maurizio Fugatti, della Provincia autonoma di Trento ha disposto l’abbattimento di due esemplari di lupo nella zona di Malga Boldera (Ala).
La reazione degli animalisti non si è fatta attendere: hanno immediatamente depositato il ricorso presso il Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento che, tuttavia, ha respinto la richiesta di sospensiva del provvedimento impugnato.

La misura prevista dal decreto in commento si è resa necessaria – in base a quanto indicato dal Presidente nella motivazioni – a seguito di una serie di ripetuti atti di predazione, verso il bestiame e le abitazioni presenti sul posto, da parte del branco al quale i due esemplari appartengono.
A Malga Boldera, sui monti Lessini al confine tra le province di Trento e Vicenza, nel solo anno in corso le predazioni si stanno verificando con una frequenza crescente, settimana dopo settimana. In meno di un mese, sono stati predati 13 bovini e 2 asini, nonostante l’installazione di un recinto elettrificato anti-lupo. Un singolo allevatore ha perso 8 animali su 11, liberi al pascolo in un’area considerata come modello per quanto riguarda le protezioni.
L’intenzione, pertanto, è stata quella di colpire un branco particolarmente violento e pericoloso per l’incolumità umana e per la sicurezza della zona. A tal fine, il Presidente ha optato per l’abbattimento di due esemplari del branco in modo da indebolire il gruppo e, dunque, limitare gli atti predatori.
Come già accaduto in precedenza nel medesimo territorio, con il triste fatto di cronaca legato ad un’aggressione mortale da parte di un orso, i recenti atti di predazione segnalati da parte dei lupi mettono in luce le importanti lacune normative in Italia in merito alla gestione delle specie protette.
Dal canto loro, le associazioni animaliste hanno presentato ricorso chiedendo la sospensiva del provvedimento, ritenendo la misura contenuta nel decreto “estremamente dannosa per l’ecosistema quando non anche estremamente pericolosa”. Nel ricorso, infatti, si parla di equilibri e di dinamiche interne ai branchi evidenziando che “un branco orfano di alcuni elementi e privo di equilibrio, non essendo in grado di contare su condizioni ottimali di sopravvivenza vedrebbe nelle greggi e nelle mandrie una facile preda, con il conseguente incremento degli attacchi al bestiame. L’abbattimento degli animali metterebbe a rischio l’ecosistema, determinando un aumento delle prede dei lupi, quali cervi, che distruggerebbero la vegetazione”.
Tali assunti andrebbero necessariamente verificati sebbene nell’immediato non sembra esserci dubbio rispetto al fatto che la convivenza tra uomo e grandi predatori in Trentino stia diventando più che problematica e che le misure da ultimo adottate dal Presidente Fugatti rispondano ad un’esigenza diffusa tra la popolazione e gli agricoltori e allevatori locali.

Federforeste ribadisce l’assoluta necessità di rivedere la normativa di carattere generale, anche a seguito del recente aggiornamento del Piano Lupo che, tuttavia, non contiene tutte le risposte sperate. Le misure in materia di gestione delle specie selvatiche protette devono poter prevedere con maggiore facilità l’applicazione di regimi specifici in caso di situazioni critiche come quella che si sta verificando nei territori del Comune di Ala in provincia di Trento.
Il tema della convivenza tra uomo e grandi predatori non può essere più trascurato ed occorre un lavoro serio ed approfondito al fine di costruire misure e regole specifiche, orientate non solo alla tutela importantissima degli ecosistemi e della natura, ma anche ad una migliore gestione delle specie protette qualora si dovessero rappresentare un pericolo ovvero un rischio per l’incolumità pubblica e per le produzioni di agricoltori ed allevatori, restando quest’ultimi i più esposti ad episodi di predazione, con ingenti danni per i terreni, i pascoli ed in termini di bestiame.

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