La Repubblica dedica un articolo a firma di Giovanni Pons decisamente interessante che annuncia l’arrivo in Italia della Sgr che scommette sullo sfruttamento dei boschi aperta solamente a investitori istituzionali. Si legge di rendimenti annuali tra l’8 e il 10% con una cedola annuale del 3% e molti investitori istituzionali stanno considerando l’idea di investire nei fondi che comprano e gestiscono foreste.Pur essendo una nicchia già oggi questo asset vale 100 miliardi di dollari
.Infatti, si legge sempre nell’articolo, è stato lanciato un fondo europeo TIR Europe Forestry fund che ha raccolto 75 milioni di cui 60 arrivati da compagnie di assicurazioni e fondi pensioni italiani. e le previsioni sono di arrivare a 150 milioni. Importante infine rilevare un approccio ecosostenibile: “per ogni albero che tagliamo ne ripiantiamo cinque.Dobbiamo garantire la continuità biologica della crescita se vogliamo che la nostra strategia di investimento non muoia afferma Paolo Potsios manager partner di Timberland Investment Resouces Europe” Concludendo al di là della logica meramente finanziaria che guida l’interesse verso il comparto forestale viene da pensare… per le nostre realtà consortili che da sempre hanno garantito la gestione forestale si aprono scenari nuovi?