La crisi energetica accende il fuoco – “El Pais” (Spagna ) da
agra pressagenzia quotidiana di informazionifondatore giovanni martirano direttore responsabile letizia martirano Aut. Trib. Roma n. 116 del 22/10/2020 Via del Pantheon 57, 00186 Roma tel/fax 066893000 agrapress@mclink.it www.agrapress.itLeggi meglio questa email dal browser cliccando qui |
25 / 10 / 2022 ANNO LIX – N. 254 inviato alle 10:00 |
( 18 ottobre 2022 ) Leonardo Heras si dedica alla vendita della legna. Il drastico aumento della
domanda di legna da ardere lo ha lasciato senza prodotto prima dell’arrivo dell’inverno: “Avevo
piu’ di un milione di chili di legna e abbiamo esaurito le scorte”. La sua azienda, Heras Pro, vende
vari tipi di legno a Madrid e Segovia. Molte aziende stanno sperimentando la stessa cosa in tutta
l’UE.
Sebbene in Europa il 70% degli impianti di riscaldamento sia alimentato da gas naturale ed
elettricita’, l’aumento dei prezzi ed il rallentamento delle importazioni russe hanno trasformato il
pellet – un biocombustibile -, il cippato e, fondamentalmente, la legna da ardere in risorse
importanti. In Spagna, il 14,7% del calore prodotto proviene gia’ da queste fonti energetiche e la
cifra e’ in aumento, secondo i dati dell’Associazione spagnola per il recupero energetico della
biomassa (Avebiom).
La crisi ha aumentato l’uso del combustibile piu’ antico del mondo, il legno. Secondo
l’Organizzazione dei consumatori e degli utenti (Ocu), negli ultimi mesi la legna da ardere ha
registrato un aumento medio dei suoi prezzi tra il 20% ed il 30% in Spagna. Nel caso del pellet
l’aumento e’ stato del 67% nell’ultimo anno. Questo perche’, nonostante l’aumento dell’offerta, si
sono registrati picchi di vendita molto elevati.
Fonti del settore affermano che non c’e’ rischio di carenza e che la produzione sta andando bene.
La tendenza all’accaparramento, gia’ avvenuta con altri prodotti durante la pandemia, non si e’
fatta sentire solo in Spagna: in Francia i prezzi del pellet sono quasi raddoppiati, toccando quota
600 euro a tonnellata, mentre l’Ungheria e’ arrivata a vietarne l’esportazione.
Ma per poter utilizzare la legna servono anche stufe e sistemi di evacuazione dei fumi. Alla fine
del 2020, l’Associazione dei produttori di stufe e caminetti (Aefecc) ha registrato un aumento
della domanda del 19%, qualcosa che hanno attribuito all’aumento dei lavori di ristrutturazione.
nelle case durante il confinamento. Non si aspettavano che la tendenza continuasse, ma nel corso
del 2021, con il prezzo dell’elettricita’ alle stelle, hanno registrato un ulteriore aumento del 30%
delle vendite rispetto all’anno precedente. Quest’anno la crisi energetica e la guerra hanno iniziato
a mettere in tensione il mercato. “In agosto e settembre la domanda e’ stata sproporzionata”,
afferma Carlos Olivan, presidente di Aefecc e manager del distributore Jotul.
I caminetti sono passati dall’essere un elemento decorativo ad un’alternativa economica per il
riscaldamento delle case e, nonostante l’aumento dei prezzi, la legna da ardere e’ percepita come
un’alternativa al riscaldamento elettrico. Secondo Olivan, il riscaldamento di una casa
unifamiliare rappresenta tre quarti del costo totale dell’energia. I modelli piu’ venduti sono quelli
che bruciano la legna rispetto a quelli che usano il pellet: “Negli ultimi 10 anni la domanda di
pellet non ha smesso di crescere, ma quest’anno la legna monopolizza le vendite”, dice. Ibai
Hernaiz, responsabile vendite del produttore di stufe Lacunza, assicura che “c’e’ una tendenza a
cercare alternative energetiche indipendenti per non dipendere da un’unica fonte”.
Per Jose’ Julian Garcia Endia, amministratore delegato di Lacunza, la domanda elevatissima ha
messo alla prova il settore: “La scarsita’ di materie prime e una crescita della domanda del 30% in
un anno non e’ facile da gestire o prevedere”. I tempi di attesa per un caminetto vanno da tre a sei
mesi, mentre prima non andavano oltre una settimana.
La produzione nazionale di pellet e’ passata da 704.700 tonnellate nel 2020 a circa 806.700 nel
2022, secondo un rapporto di Avebiom. Cresce anche la domanda: secondo la societa’ Tienda
Biomasa di Castellon, produttrice e venditrice, le vendite sono gia’ aumentate di oltre il 50%
rispetto all’anno precedente. Il prezzo del pellet e’ rimasto stabile negli ultimi anni, con lievissime
variazioni intorno ai 4 euro per un sacco da 15 kg. Ora il prezzo e’ di circa 11 euro. La Spagna e’
un paese con una vasta area forestale e, secondo Jorge Herrero, direttore dei progetti per
l’associazione dei produttori di pellet, “abbiamo sottoutilizzato le foreste per molti anni e siamo
anche soggetti al rischio di incendi a causa della mancanza di una buona gestione”.
Per quanto riguarda la legna da ardere, il leccio e il rovere sono le essenze piu’ richieste per l’uso
in caminetti e stufe, ben al di sopra di pino, frassino o olmo. [Vidal Mate’, Selina Barcena,
quotidiano – a cura di agra press (pf)]
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