Il 17 maggio u.s., la Commissione ambiente (ENVI), competente per merito, ha approvato le seguenti proposte legislative:
• CBAM – Carbon Border Adjustment Mechanism
• ETS – Emission Trading System
• LULUCF – Land use, land-use change and forestry
• ESR – Effort sharing regulation
I provvedimenti approvati fanno parte del più ampio pacchetto di riforme “pronti per il 55%” che prevede di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030.
Le proposte approvate dai rappresentanti del Parlamento, ancora soggette a possibili cambiamenti, riguardano:
1) La proposta di regolamento del CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), che prevede l’identificazione di un prezzo del carbonio alle importazioni per una selezione mirata di prodotti, è stata approvata con 49 voti favorevoli 33 contrari e 5 astenuti.
Tra i punti di maggiore importanza si evidenziano:
• I ricavi generati dalla vendita dei certificati CBAM dovrebbero andare nel bilancio UE, e l’Unione europea dovrebbe sostenere i paesi meno sviluppati nel loro processo di decarbonizzazione;
• Ampliamento del campo di applicazione del regolamento prevedendo anche i prodotti come: alluminio, idrogeno e prodotti chimici organici; oltre tutte le emissioni indirette;
• Introduzione anticipata del CBAM e fine delle quote gratuite nel sistema ETS dell’UE entro il 2030;
• Necessità di avere un’autorità unica che regoli il CBAM a livello europeo
2) La proposta di revisione della direttiva ETS (Emission Trading System) è stata approvata con 62 voti favorevoli, 20 contrari e 5 astenuti.
La proposta, che mira a ridurre le emissioni e ad investire sulle nuove tecnologie a basso impatto ambientale, prevede i seguenti punti utili da evidenziare:
• I ricavi dovranno essere usati esclusivamente a favore del clima negli Stati membri;
• L’ETS comprenderà anche il trasporto marittimo, e il ricavato dovrebbe venire raccolto in un “fondo per gli oceani” per sostenere la transizione verso un settore marittimo dell’UE che sia efficiente dal punto di vista energetico e resiliente ai cambiamenti climatici;
• Introduzione di un sistema Bonus-Malus dal 2025;
• Le quote gratuite saranno eliminate gradualmente a partire dal 2026 e scompariranno entro il 2030;
• Creazione nel 2025 di un nuovo ETS II per il calcolo delle emissioni di edifici e il trasporto stradale, ma i cittadini non saranno inclusi prima del 2029;
• L’UE e gli Stati membri dovrebbero usare i ricavi provenienti dagli ETS in azioni per il clima, ma non per azioni legate all’energia nucleare
3) Per quanto riguarda il LULUCF (Land use, land-use change and forestry) la proposta è stata approvata con 44 voti a favore, 37 contrari e 6 astenuti.
All’interno della proposta di regolamento approvata, si evidenzia che:
• I terreni coltivati, i pascoli e le zone umide saranno presi in considerazione per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo climatico dell’UE per il 2030;
• Al già precedente obiettivo di assorbire 310 milioni di tonnellate di CO2 viene aggiunto l’obiettivo di assorbire ulteriori 50 milioni di CO2 entro il 2030;
• Se ci saranno eccedenze di CO2 esse potranno venire scambiate tra i diversi stati membri ad un prezzo minimo, così da garantire una copertura minima delle spese sostenute;
• Il Parlamento chiede alla Commissione di pubblicare uno studio di metà percorso al 31/12/2024 in maniera tale da assicurarsi di essere in linea con gli obiettivi prefissati. In tale modo verranno definiti con precisione ulteriori obiettivi di sequestro del carbonio entro gli anni 2035, 2040, 2045 e 2050.
4) La revisione del regolamento ESR sulla condivisione degli sforzi (Effort sharing regulation) è stata approvata con 61 voti a favore, 20 voti contrari e 6 astenuti.
La proposta di regolamento prevede riduzioni annuali vincolanti delle emissioni di gas serra per tutti gli Stati Membri, e che attualmente regolamenta circa il 60% delle emissioni dell’UE.
Tra gli aspetti più rilevanti si segnala:
• La proposta prevede di ridurre al minimo la possibilità di chiedere in prestito quote di emissione, e di abbassare il limite per la quantità di quote di emissione che gli Stati membri possono trasferire agli anni successivi in caso di superamento della soglia obbligatoria di riduzioni;
• Viene posta sotto attenzione l’attività degli impianti a biomassa in maniera tale da garantire che l’uso di combustibili sostenibili sia davvero vantaggiosa in termini di emissioni nocive rispetto all’uso dei combustibili fossili;
• È stato chiesto di abolire la “riserva supplementare” attraverso la quale gli Stati membri potevano ricevere quote aggiuntive di emissioni di gas serra;
• Sarà necessario avere più trasparenza sulle azioni intraprese dagli Stati Membri in materia di riduzione delle emissioni.
Il settore agroforestale, ricopre un ruolo di protagonismo nelle strategie di mitigazione climatica.
Un focus particolare merita la prerogativa del settore negli assorbimenti di carbonio. Nello specifico, tra l’altro, sempre nell’ambito delle misure che fanno riferimento al pacchetto Fit for 55%, la Commissione europea, a partire dal 2031, in termini di obiettivi climatici, prevede la costituzione di un unico settore, denominato AFOLU, che riunisca l’attuale settore LULUCF e il settore agricoltura, relativamente alle emissioni di gas a effetto serra, ora disciplinate dal Regolamento (UE) 2018/842 sulla condivisione degli sforzi (ESR). Per tale nuovo settore si prevede di raggiungere la neutralità climatica entro il 2035.
Stando ai dati ISPRA, infatti, sembra che il settore agroforestale italiano, anche al netto di obiettivi di riduzione delle emissioni sempre più sfidanti, rispetto al raggiungimento della neutralità climatica e grazie alla possibilità di compensare le emissioni con gli assorbimenti prodotti, possa guardare con un certo ottimismo a questa prospettiva.
Sembra, infatti, che si sia finalmente arrivati a considerare gli assorbimenti del settore agroforestale funzionali a compensare le emissioni del settore agricolo. La separazione dei due settori, attuata nel 2018 con la pubblicazione di due regolamenti distinti, caratterizzati da limitate possibilità di collegamento/flessibilità tra di loro, infatti, si è tradotta, da una parte, in una sostanziale mancanza di stimoli in direzione dell’aumento dei sink di carbonio agroforestali e, dall’altra, in una ingiustificata penalizzazione del settore agricolo, chiamato ad una impegnativa (per non dire proibitiva, a fronte della incomprimibilità di alcune emissioni proprie del settore) riduzione netta delle emissioni.
Negli ambiti territoriali nazionali, infatti, il settore agricolo e quello forestale risultano naturalmente interconnessi, laddove il secondo genera la maggior quantità di assorbimenti di carbonio.
Resta da vedere, tuttavia, la modalità attraverso cui l’UE intenderà gestire questo passaggio cruciale, soprattutto con riferimento agli attuali meccanismi di flessibilità previsti tra i regolamenti LULUCF e ESR. E’, infatti, da notare che l’emanazione di un nuovo regolamento per il raggiungimento della “neutralità del territorio”, che permetta la compensazione delle emissioni agricole, attualmente disciplinate dal regolamento ESR, con gli assorbimenti, attualmente contabilizzati in ambito LULUCF, porterebbe a rivedere l’attuale sistema di flessibilità e collegamento tra i due regolamenti. Per l’Italia attualmente la flessibilità prevede la possibilità di utilizzo per la compensazione delle emissioni agricole attraverso il surplus di assorbimenti prodotti nell’ambito del LULUCF di un massimo di 11,5 mil. di tonnellate di CO2 eq. in dieci anni, da condividere con tutti i settori non ETS, a fronte di una ben più ampia disponibilità, pari a ben 30 milioni di t./CO2/anno (in base ai dati ISPRA sugli assorbimenti annuali prodotti dal settore LULUCF) che potrebbe “liberarsi” a vantaggio esclusivo del settore agricolo.
In ogni caso, la proposta di ricomprendere nel settore combinato dell’uso del suolo, della silvicoltura e dell’agricoltura (AFOLU) le performance climatiche delle attività agroforestali (con obiettivi di neutralità di settore al 2035), deve integrarsi con il progetto carbon farming e con le sue prospettive di valorizzazione del carbonio assorbito. L’individuazione degli obiettivi di riduzione settoriali non potrà in ogni caso prescindere da una valutazione degli impatti prodotti dall’attuazione della strategia Farm to Fork e dall’iniziativa europea sulla carbon farming.
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