
Dall’ANSA si apprende dell’operazione ‘Hot import’ condotta dalla guardia di finanza di Follonica (Grosseto) che, sotto la direzione della procura della Repubblica di Civitavecchia, ha perquisito 17 società che avrebbero importato, acquistato e successivamente ceduto, anche on line, pellet marchiato illecitamente EnPlus. L’indagine avrebbe fatto emergere il consumo in frode di circa 717.054 sacchi di pellet illetitamente marchiati EnPlus equivalenti a oltre 7mila tonnellate. Il pellet era importato dalla Slovacchia e commercializzato da una società che ha sede a Tarquinia. Si stima un giro d’affari illecito di circa 2.000.000 di €.
La notizia conferma ancora una volta al di là dell’illecito
( per il quale la giustizia farà il suo corso) le contradizioni del sistema forestale italiano che a fronte di 12 milioni di ettari di superficie pari al 39% del territorio nazionale e di un utilizzo dell’accrescimento annuale pari al 25% che sale al 33% con l’utilizzo della legna da ardere a fronte del 65% della media europea, l’Italia è il 1à importatore di legna da ardere e il 4°per il pellet.
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