Il Venerdì supplemento de la Repubblica pubblica “L’energia Verde che fa male agli alberi”di Anna Romano e Alessandro Vitale nel quale si accende un riflettore sull’uso della fonte sostenibile energetica derivata dagli alberi. Un articolo e una ricerca interessante che evidenzia con dovizia di dati, il fenomeno che i mercati hanno registrato da tempo : l’invasione di legna da ardere per il riscaldamento domestico, di pellet per stufe, residui di tronchi e rami che si trasfomano in cippato dastinato alle grandi centrali.
Un invasione che costituisce l’onda lunga di alcune decisioni di Governi dell’Est Europa,Russia,o dall’altra parte del mondo dalla Luousiana 8USA) che sull’onda degli incentivi hanna dato il via a programmi di abbattimento di una certa entità. Pur prendendo in considerazione le preoccupazioni evidenziate nell’articolo riguardanti il mantenimento della biodiversità in foresta , salta all’occhio il paragone ricondotto all’Italia dove la superficie boschiva si è raddoppiata negli ultimi 50 anni e dove attuare una gestione sostenibile con attenzione agli aspetti economici di chi opera è argomento che fatica ad entrare nel tessuto di chi colloca la tutela ambientale tout court al centro del suo pensiero. Manca una regia europea che tenendo conto della politica di incentivi abbini a quest’ultima una programmazione degli impianti e degli utilizzi di questa fonte energetica. Gioverebbe ai numerosi progetti di filiera corta sparsi sul territorio nazionale e a quelli che sono prossimi a partire. Soliti sognatori?
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