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Energia: indagine conoscitiva sul nucleare

27 Set 2023

La Camera dei Deputati ha approvato una mozione unitaria di maggioranza sulle iniziative in materia energetica, nel quadro del raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, con particolare riferimento all’energia nucleare.
Con tale atto si è impegnato il Governo, tra l’altro, a valutare l’opportunità di inserire, nel mix energetico nazionale, quale fonte alternativa e pulita per la produzione di energia, il nucleare.
Ai fini dello studio della competitività del sistema industriale italiano in termini di sviluppo tecnologico e approvvigionamento energetico, si rende necessario acquisire le informazioni necessarie per analizzare lo stato dell’arte sull’energia nucleare, in termini di opportunità e rischi.

Le motivazioni dell’indagine risiedono in diversi fattori. Il costo dell’energia è storicamente uno dei fattori competitivi delle imprese, in particolare sul mercato internazionale, laddove in alcuni settori il fattore prezzo diventa determinante e l’Italia è storicamente dipendente dall’estero per l’approvvigionamento di materie prime, ed in particolar modo per l’oil and gas.
Prima della guerra in Ucraina la dipendenza del nostro paese dal gas russo superava il 40%, situazione critica che è in via di soluzione diversificando il mix energetico ed individuando nuove fonti di approvvigionamento. Il sistema imprenditoriale italiano ha da decenni uno dei costi dell’energia più cari d’Europa, situazione che è peggiorata con la crisi energetica mondiale che ha aggravato ancora di più lo svantaggio competitivo del nostro paese; nei momenti più critici del 2022 in Italia il costo dell’energia elettrica ha raggiunta la quota di 347 euro per ogni megawattora consumato piazzandosi addirittura al penultimo posto della graduatoria europea, contro la Norvegia che aveva con una spesa media di 47 euro ogni megawattora.
Ciascun paese in base al proprio mix energetico ha risposto in maniera differente alla crisi energetica, la Germania ha aumentato l’estrazione di carbone dalle proprie miniere, una delle fonti più climalteranti; la Francia potendo disporre del primo parco nucleare europeo e il secondo al mondo dopo quello americano (56 reattori in attività che producono il 70% del fabbisogno di energia elettrica del Paese) ed essendo Edf a maggioranza pubblica è riuscita a contenere gli aumenti dell’energia al 4%.
A Stoccolma, a febbraio 2023, undici Paesi (Francia, Finlandia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Bulgaria, Croazia, Slovenia, Repubblica Ceca e Ungheria) hanno riaffermato congiuntamente la loro volontà di rafforzare la cooperazione tra i settori nucleari nazionali e di utilizzare l’energia nucleare tra “i tanti strumenti che ci permetteranno di raggiungere gli obiettivi climatici, grazie alla generazione di potenza e per garantire la sicurezza di approvvigionamento elettrico ed energetico”.
In un percorso di sviluppo sostenibile, ponendo le condizioni per il mantenimento di adeguati livelli di competitività del sistema industriale e il mantenimento dei posti di lavoro, il tema nucleare è ampiamente dibattuto ed è stato inserito nella Tassonomia europea, introdotta dal Regolamento UE 2020/852, come mezzo di transizione.
L’Italia sta ancora affrontando la fase di decommissioning degli impianti nucleari presenti sul territorio nazionale e non più operativi, situazione che merita un percorso di approfondimento sullo stato dell’arte e sulle criticità emerse negli anni. La questione dei rifiuti di origine nucleare è un tema che riguarda non solo le scorie ad alta intensità delle centrali suddette, attualmente localizzati fuori dal territorio nazionale, ma anche la gestione dei rifiuti a bassa e media intensità derivanti da attività di carattere sanitario, industriale ed in minima parte di ricerca, la cui produzione è limitata ma costante nel tempo.
Da ultimo vi è la questione delle sorgenti orfane che necessitano di interventi di bonifica. In attesa della realizzazione del deposito unico nazionale vi sono spazi di stoccaggio temporanei che vanno monitorati in termini di costi economici di gestione e di adeguatezza strutturale.
Viste le menzionate premesse, le Commissione X e VIII hanno deliberato per lo svolgimento congiunto, negli ambiti di competenza, di una indagine conoscitiva con l’obiettivo di approfondire in merito:
– la disamina dei costi e dei rischi di approvvigionamento delle tecnologie nucleari e della materia prima fissile e la valutazione dei costi benefici rispetto ad altre fonti energetiche per il sistema industriale nazionale
– la valutazione del potenziale industriale italiano nel settore nucleare, mantenutosi anche grazie alle sinergie con le attività di realizzazione di centrali nucleari nel Mondo;
– la valutazione delle competenze e capacità italiane mantenute in questo settore da università e settore pubblico, e sviluppate anche grazie alla partecipazione a progetti internazionali;
– i progressi compiuti in ambito scientifico, tecnico e tecnologico, concentrando l’attenzione sulle tecnologie di ultima generazione in fase più avanzata di realizzazione;
– le modalità di gestione dei rifiuti di natura nucleare a bassa media ed alta intensità, anche in termini di valutazione dei costi di gestione e di adeguatezza delle strutture che li ospitano;
– la verifica dello stato dell’arte del decommissioning delle centrali presenti sul territorio italiano e dell’individuazione e bonifiche delle sorgenti orfane;
– le iniziative da adottare per attrarre nel nostro Paese imprese, tecnologie e competenze scientifiche e ingegneristiche operanti nel settore nucleare;
– la valutazione dei possibili sviluppi futuri nel settore del nucleare, anche con riferimento ai tempi di attuazione, in particolare in relazione allo sviluppo dell’energia da fusione e delle altre tecnologie ancora in fase sperimentale;
Nell’ambito dell’indagine, si procederà all’audizione di soggetti individuati nelle seguenti categorie:
– associazioni di categoria;
– realtà industriali, anche legata alla componentistica;
– Istituzioni ed enti di ricerca italiani e internazionali;
– altre principali realtà rappresentative del settore;
– Esperti provenienti dal mondo accademico e da istituti di ricerca;
– Imprenditori e amministratori di settore in Paesi esteri
L’indagine conoscitiva si concluderà entro il 31 dicembre 2023

Si segue con attenzione ed interesse le vicende legate agli indirizzi nazionali ed europei in materia energetica. Questo in ragione sia della necessità di disporre di energia sicura ed a prezzi effettivamente compatibili con lo sviluppo economico, sia anche in termini di incidenza sul mercato delle rinnovabili, che vede impegnato anche il settore agricolo e forestale in particolare nei settori del biogas, biometano e delle biomasse. Da seguire anche le implicazioni sugli impatti territoriali che possono derivare sia dalla diffusione incontrollata di alcune tecnologie rinnovabili (fotovoltaico a terra e grande eolico) sia dalle implicazioni collegate alla gestione delle scorie nucleari (es. gestione scorie ed ubicazioni depositi)

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